Rachel
la si incontra a Bologna. Staziona dalle parti di Piazza Maggiore (a
Bologna non potrebbe essere altrimenti). La sua presenza si inserisce
fra quelle (numerose) degli artisti di strada, soprattutto musicisti,
che quando arriva la primavera tornano a fiorire come le rose (o
l'insalata) un po' dappertutto. Non sappiamo se Rachel abbia nel suo
repertorio musica classica o pop o rock o blues o jazz... quello che
abbiamo appurato è che le note che escono dal suo violino, viaggiano su e
giù (come l'archetto) per l'Irlanda. È musica folk e t'immagini un Irish coffee che all'improvviso ti viene servito su un vassoio di
latta marcato Guinness. Non brilla per particolari virtuosismi né
per un look accattivante, anzi. Abitino nero appena sopra il
ginocchio, sembrerebbe essere uscita direttamente dalla scuola delle
Suore dei Sacri Cuori di Picpus. Incantata come se si trovasse al
centro di una favola, una bambina seduta sul passeggino, segue Rachel
dimenandosi come una piccola ossessa, evidentemente a lei quella
musica piace in modo particolare. Non c'è verso di portarla via, di
proseguire la passeggiata domenicale per le strade di Bologna e,
quando la mamma ci prova, la bambina inizia a urlare che sembra una
sirena. Rachel sorride, e sorridono anche le persone intorno che,
intenerite da quella bambina appassionata di musica irlandese,
tornano a offrire l'obolo con maggiore convinzione: 50 centesimi al
posto di 20, in periodo di crisi è grasso che cola. Ce ne andiamo
con il suono del violino nelle orecchie. Nel frattempo Rachel non ha
cambiato canzone né ritmo. Però muovere un passo di danza ci
starebbe tutto. Maledetto mal di schiena.
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