Quando
muoiono artisti così uno può dire solo “ciao”. Franca Rame non
è stata solo la moglie di Dario Fo, la madre di Jacopo, una
senatrice rispettosa delle regole, un'attrice che il palcoscenico non
solo lo calcava ma lo mangiava, perché il palcoscenico era la sua
casa da quando aveva 8 mesi. Franca Rame non è stata solo
l'interprete di Mistero Buffo e di Morte accidentale di un anarchico,
ma una delle sostenitrici di Soccorso Rosso Militante, quando spesso, i “rossi”, venivano presi a randellate (se andava bene!).
Franca Rame è stata l'icona del femminismo, una delle sostenitrici
più intelligenti e sensibili del movimento per la liberazione della
donna, una vera e propria “guerrigliera” dell'anti-sistema e
dell'anti-conformismo. Quarant'anni fa, nel marzo del 1973, venne
rapita da esponenti dell'estrema destra che pensarono giustamente di
violentarla, animali che non hanno mai subito una giusta punizione
perché il processo, andato avanti per 25 anni, si è concluso con la
prescrizione. Da quella esperienza nacque Lo stupro, una intensa piéce destinata a entrare nella storia del teatro
politico-sociale. Da senatrice della Repubblica, come ha ricordato
Barbara Pollastrini, è stata una rispettosa rappresentante del ruolo
istituzionale che ricopriva. La sua permanenza a Palazzo Madama durò
pochissimo. Quella politica, e quel modo di fare politica, a Franca
Rame non piaceva.
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