“Dei
diritti e dei privilegi”: potrebbe intitolarsi così il nuovo
romanzo di Vincenzo Maria Oreggia, Questa non è la mia patria,
incentrato sull’appassionata ricerca di una normale ma per nulla
semplice serenità. Il tempo è quello presente, con il carico di
incertezze e turbamenti tanto atmosferici quanto sentimentali, e la
giusta dose di inquietudine. Teatro della vicenda è la nostra
“povera patria”, crocevia di razze, speranze, fallimenti. Ad
attraversarli è il giovane Juan José, detto Nevio, testimone
esemplare di aspirazioni e legami dai nuovi volti: la sua storia di
giovane immigrato prende le mosse da un paese, l’Ecuador, sul
baratro della crisi finanziaria, per approdare a un’Italia agognata
e ingannevole. Il viaggio di Nevio sarà soprattutto una discesa
nelle profondità della propria anima: un percorso di crescita
repentino e a tratti doloroso, che il giovane ecuadoriano, novello
Dante, compirà al fianco di troppi Virgilio senza remore. Questa non
è la mia patria è dunque un contemporaneo romanzo di formazione che
porterà l’immigrato a fare i conti con una brutale, contorta
realtà: sotterfugi, macchinazioni, inganni, un sottobosco di
disperati e furbi preoccupati di mantenersi a galla in modo più o
meno lecito. Ma Questa non è la mia patria è anche manifesto e
preghiera per i molti Nevio che ci abitano silenziosamente accanto, i
cui sogni, a lungo cullati, si infrangono contro l’oscuro e
incomprensibile muro della burocrazia.
Questa non è la mia patria
Galaad Edizioni - 206 pp.
13 euro
Questa non è la mia patria
Galaad Edizioni - 206 pp.
13 euro
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