Alla
fine degli Anni Sessanta, la Mostra del Cinema di Pesaro, ancora
giovanissima anagraficamente – fu fondata nel 1965 da Lino Micciché
e Bruno Torri – era già un luogo d’elezione per i cinefili (e i
cineasti) più accaniti. Non a caso tra i suoi frequentatori più
appassionati c’erano due persone che rispondono al nome di Bernardo
Bertolucci e Jack Nicholson. Quest’ultimo, in un’intervista a
‘Repubblica’ del 2008, raccontava, infatti: “Abbiamo iniziato
entrambi giovanissimi, due topi da festival, ci vedevamo a Pesaro”;
mentre il primo, all’epoca, era uno dei grandi protagonisti di una
stagione felice del cinema italiano, anche grazie all’amicizia e al
sodalizio creativo con Gianni Amico, che fu anche consulente del
festival.
Diretta,
dal 2000, da Giovanni Spagnoletti, a distanza di 49 anni la Mostra di
Pesaro ha mantenuto la sua identità di manifestazione votata alla
scoperta, di piattaforma da cui giovani registi e nuovi linguaggi
prendono lo slancio verso il grande pubblico. Di festival in cui si
può rinunciare ai lustrini e ai tappeti rossi ma non alla ricerca,
alla cultura, alla curiosità e alla sperimentazione. E, nonostante
l’età, la Mostra non ha perso la freschezza di festival giovane
che propone uno sguardo inedito – “nuovo”, come vuole il suo
nome – sui film nazionali e internazionali, e che invita lo
spettatore a un viaggio nel cinema di oggi, per (pre) vedere quello
di domani.
In
questo senso vanno infatti le due sezioni che, insieme al Concorso,
sono l’anima della Mostra di quest’anno. L’Evento speciale
dedicato al cinema italiano andrà infatti alla scoperta del
vivacissimo panorama sperimentale nostrano che, nell’ultimo
decennio – anche grazie all’avvento del digitale - ha trovato
nuove forme di espressione e distribuzione.
Mentre
il Cile sarà protagonista di un focus che porta per la prima volta
in Italia il suo Nuovissimo cinema, una stagione cinematografica che
negli ultimi anni si è dimostrata come una delle più innovative
delle Americhe, esemplificata dalla personale di Sebastián Lelio.
La
Mostra però è costretta a denunciare anche una situazione sempre
più drammatica per la scena culturale italiana e per il festival in
particolare. Già lo scorso anno il direttore artistico Giovanni
Spagnoletti avvertiva sulle difficili condizioni nelle quali versava
la Mostra, ma a un anno di distanza il suo auspicio per un’inversione
di tendenza non si è realizzato, al contrario afferma: “Non è la
prima volta che nella storia quasi cinquantennale della nostra
manifestazione si deve denunziare la mancanza di risorse e la
difficile (ad essere eufemistici) condizione economica della Mostra,
specchio generale – lo sappiamo bene - del difficilissimo momento
di crisi economica della società e della cultura italiana e in
particolare quella del cinema”.
Ma se
come è stato dimostrato di recente da una ricerca condotta dalla
Macno insieme all’università IULM di Milano, i Festival italiani
restituiscono sul territorio più di due volte e mezzo il denaro
investito, allora il depauperamento di quest’anno delle risorse
(nell’ordine di circa il 10% in meno) si traduce in una perdita
ancora maggiore. Il
direttore Spagnoletti così continua: “Siamo stati costretti a
tagliare un intero giorno di proiezioni, ad eliminare una prevista
sezione documentaria molto promettente, ad affrontare l’aumento
(non piccolo) dei costi imposto dalla necessaria ristrutturazione
tecnologiche per adeguarci agli attuali standard di proiezione e
tutto ciò senza rinunciare all’alto livello di qualità che ci ha
sempre contraddistinto e unanimemente riconosciuto. Lo diciamo con
orgoglio ma anche nell’amara consapevolezza per quanto avremmo
potuto fare ancora di meglio in altre condizioni finanziarie”.
PS. Il Pesaro Film Festival, è uno dei pochi (se non l'unico) che rende pubblico il budget a disposizione. Per il 2013, la somma è di 480mila euro, uno "zero" in più e sarebbe Venezia, mentre per arrivare a Roma il cammino è ancora lungo.
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