Non è stato il cuore a tradirlo ma un
tumore. Se n'è andato Antonio Giacci, in arte Little Tony, aveva 72
anni e una carriera incredibile. Lo abbiamo intervistato nel lontano
1997, al termine di una serata durata tre ore, durante la quale fece
capire a parecchia gente con la spocchia e la puzza sotto il naso,
come si sta sul palcoscenico. Perché Little Tony, era il classico
“animale da palcoscenico”, pronto alla battuta, ma altrettanto
pronto a snocciolare tutto un repertorio che non guardava solo al
Pop, ma anche al Rock&Roll, al Country e al Rhytm'and Blues.
Ripercorrerne la carriera di emigrato prima in Inghilterra, poi in
America, per un ritorno trionfale in Italia tra Sanremo e Cantagiro,
sarebbe inutile. Diciamo che, fino a poco tempo fa, era una delle
voci più amate dagli italiani all'estero, quelli che non hanno
dimenticato Cuore Matto e che vibrano ancora quando ascoltano Riderà.
Quella sera, dopo il concerto in piazza, entrammo nella casa privata
che fungeva da camerino, con la voglia di chiedergli un po' di cose
della sua esibizione. Non ci fece fare neppure una domanda, partì a
razzo raccontandoci la sua storia, la sua musica, il rapporto con i
fratelli (musicisti anche loro) e con la figlia che lo accompagnava
da corista. La fotografia che pubblichiamo, è la stessa che Little
Tony dava ai suoi ammiratori. Volete sapere un piccolo aneddoto? Non
ci fu verso di non fargliela firmare. Quella foto con dedica, che non
gli avevamo chiesto, la conserviamo ancora da qualche parte, in
qualche scatolone ancora chiuso dopo mille traslochi.
Massimo Consorti
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