domenica 23 dicembre 2018

CHRISTO, che scuola!

[ Anche Grottammare ha il suo Reichstag impacchettato, ma non da Christo ]


        È stato inutile sperare di metterci poco tempo, o il tempo giusto, per rifare il tetto alla Scuola Elementare Speranza (nomen omen).

        Vederla a Natale ancora tutta impacchettata per lavori in corso fa un certo effetto. 

Ma non è un pacco-regalo, è proprio un pacco-pacco. Il nuovo tetto di legno non è stato ancora montato, i lavori continuano a rilento - quando non sono addirittura fermi - e gli alunni continuano a fare i profughi di qua e di là, i genitori quasi se li perdono. [Ma non fiatano]. 

In compenso il Comune spande ai 4 venti saccenti veline e tutto-è-a-posto, tutto-è-in-ordine, tutto-è-sotto-controllo, e ridicolizza e bastona chi osa appena contraddirlo. Un Comune virtuoso così fa. Voi non capite, voi non sapete, voi non studiate, voi non lavorate, voi non vi documentate, voi come vi permettete. Giù sberle. Occristo!

        Era davvero meglio affidarsi a Christo. A parte il tetto di legno - si sarebbe sapientemente occupato anche di quello - lavrebbe certo impacchettata meglio la nostra scuola, con tessuto argentato come il Reichstag di Berlino, cui limpacchettata Speranza [tedesco Hoffnung] somiglia in modo impressionante. Un figurone per Natale, altro che presepe vivente.

        E come in tutte le sue opere dadaiste, Christo Yavachev avrebbe rispettato al minuto i tempi di consegna. 

        Christo non fallisce.


PGC - 22 dicembre 2018


lunedì 17 dicembre 2018

"Mozzacchio" ®

Da Spelacchio a Mozzacchio: la triste sorte degli Alberi di Natale


     Può un nostro giovane albero finir peggio di uno di quegli abeti rossi della Val di Fiemme stroncati a migliaia dal vento elefante? (per dirla con Paolo Conte)

     Cerrrto che può, se capita nelle grinfie di Babbo Natale a San Benedetto.

     Non solo il tronco mozzato malamente. Ma pure brutalizzato con cunei battuti a martellate per tenerlo in piedi morto, impalato in piazza su un cubo di cemento, con le lucine cinesi - più tristi di quelle del cimitero - buttate a casaccio fra i rami. 

     Lhanno subito chiamato Mozzacchio ®. Gli piangono accanto i salici-piangenti scelleratamente segati a novembre
       
     Un posto allegro, Piazza Matteotti.

     Nessuno si meraviglierà se la giostrona finto-ottocento che per tre mesi (!) ci delizierà a pagamento, vorrà ogni tanto intonare una marcia funebre.


PGC - 16 dicembre 2018