Il
primo impatto non è affatto sconvolgente. My Heart Will Go On, non
rientra nella nostra personale hit-parade. Però il suono del flauto
ci piace e, come spesso accade, ci avviciniamo per constatarne
l'origine, la fonte. Il suonatore è un uomo in frac, l'abito da
serata di gala (o da concertista) che fa il monaco. Sicuramente la
sua giacca con le code e i pantaloni a tubo, hanno vissuto primavere
migliori, ma non stiamo a sottilizzare. Georg (nome molto
convenzionale) è un tedesco di Germania che, quando la base musicale
suona la Quinta, ci dice: “Questa no, troppo tedesca”. E attacca
Lady Madonna, come se fosse la stessa cosa: Beatles e Beethoven per
lui pari sono. Georg è bravo, ha la nostra stessa età e un passato
di musicista in buone orchestre. Poi un giorno ha deciso che suonare
con gli altri non era la sua dimensione e, non essendo poi un grande
genio, ha scelto la strada e la piazza come luoghi in cui esibirsi
con una base pre-registrata. Piace, anche alla gente di queste parti
che, in un amen, riempie la custodia del flauto di scintillanti
monetine da 5 cent, 10 cent, 20 cent. Di “euri” sani non se ne
vedono. “Colpa di questa crisi”, dice Georg guardandoci con due
occhi assassini che metà basterebbe. “E poi qui la gente non
applaude. Perché? A Livorno, al mercato, dopo ogni canzone applaudono forte.
Qui niente”. Vagli a spiegare che da queste parti la gente è
abituata ai personaggi televisivi e che la bravura è un optional.
Non capirebbe mai, e allora ci rifugiamo in un “Dai, magari la
gente di qui è distratta”, che suona un'offesa alla sua e alla
nostra intelligenza. Georg è contro l'Euro, l'Europa delle banche,
la Germania che, a suo dire, ha strozzato tutti concedendo mutui per
670 miliardi che non potrà mai esigere se non invadendo le nazioni:
“Anche l'Italia”, dice sorridendo. Poi si lamenta: “Ma lo sai
che in Grecia, ai mercati trovi solo frutta e verdura olandese?” E lo
guardiamo mentre si attacca a una fiaschetta il cui contenuto non
conosciamo, ma che sentiamo “a naso” non trattarsi di acqua.
Probabilmente è per colpa del contenuto della fiaschetta che, a un
certo punto, dice: “Ce lo prestate Grillo?”. Apprendiamo così
che, dopo aver fatto colpo sull'ambasciatore americano, Beppe ha
colpito anche i duri cuori dei tedeschi. Attacca Caruso, poi E
penso a te, e poi ci guarda con l'aria contrita di chi sa che sta
facendo marchette pur di tirare su la giornata. E allora attacca
Bourrée di Bach, proprio quella resa famosa da Ian Anderson e dai
Jethro Tull che furono. Infine Aria sulla quarta corda. “Potrei
fare anche di meglio – ci dice Georg asciugando il flauto con un fazzoletto che un tempo era bianco – ma
qui non applaude nessuno...”
Massimo Consorti
Massimo Consorti
Nessun commento:
Posta un commento