78 anni. Giovane, giovanissimo. Malato. Chi se ne frega... Era Enzo Jannacci. Quello della Milano operaia, del derby, del cabaret e del teatro dell'assurdo. Dolce, ironico, incazzato senza mai darlo a vedere, cardiologo perfino. Fino a quando ha potuto. E nel cuore della gente entrava. L'unico modo per farlo battere per amore o per rabbia. Inutile spendere parole per chi di parole ne ha sempre dette pochissime. Vogliamo ricordarlo con un vecchio video del 1980. Un testamento o quasi. Sicuramente la sua canzone-capolavoro. Magari la starà cantando con Mario Monicelli.
Massimo Consorti
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