In
questo libro Giovanni Vagnarelli rilegge molte pagine di storia e di
ideologia alla luce della differenza fra normalità/normatività
fisica e handi-cap, fra normodotati e svantaggiati, pone, in ultima
istanza, il problema della differenza dell'handicap, al di là della
discriminazione, fra specificità e integrazione, in termini che
ricordano analoghi dibattiti novecenteschi sulla differenza di genere
e di razza, più in generale sull'omologazione democra-tica e la
società dei consumi. [...] Si ripropone qui, in decisa estraneità a
ogni vittimismo, il dilemma di ogni democrazia a proposito delle
differenze, solo che nel nostro caso ciò avviene in modo più
radicale, senza mediazioni, ancor più che nello scenario coloniale
evocato da Frantz Fanon, perché è in gioco direttamente
l'accidentalità psicofisica, lo scarto genetico dalla norma che
viene riassorbito soltanto nella partecipazione al consumo
supplementato dal moralismo edificante. La costruzione di un'identità
accettabile degli handicappati è subordinata alla loro capacità
(parziale) di costruirla con gli strumenti istituzionali, culturali e
sociali già esistenti, rinunciando a mettere in discussione la norma
della kalokagathía - e ricordiamo che ogni norma è un dispositivo
di norma-lizzazione. La composizione sociale dell'irriducibilmente
anarchica individualità è affidata, in democrazia, alla
funzionalità economica, in sostanza all'omolo-gazione nel consumo.
Intervengono:
avv. Tommaso M. Egidi, moderatore
dott. Alceo Lucidi, relatore
dott. Alberto Cutini, sociologo ed assistente sociale presso l'Area Vasta 4.
dott. Alceo Lucidi, relatore
dott. Alberto Cutini, sociologo ed assistente sociale presso l'Area Vasta 4.
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