E’ forse un vezzo anche nazionale, ma certo dalle nostre parti, ex (ma non tanto)-papaline, ex (ma non tanto)-borboniche, è retaggio inestirpabile di passato e patologia endemica: quella del posto “RISERVATO AUTORITÀ”. A sedere. In prima fila, of course.
Non si dà concerto, conferenza, spettacolo, evento, incontro, che non abbia le sue brave prime poltrone riservate ai papaveri, quelli che - fregiati e fregiantisi del pomposo titolo di autorità - non pagano il biglietto e dopo essere arrivati tardi - non di poco - perché “fa autorevole” (di certo fa maleducato) depositano gli autoritari loro lombi sulle poltronissime. E - ulteriore tocco di vassallaggio - lo spettacolo non comincia finchè non arriva l’autorità.
Clamoroso il più recente dei casi, il concerto di Servillo & C. a San Benedetto del Tronto: in piazza Bice Piacentini, con ben 3 prime file a destra e altrettante a sinistra - 10/12 sedie per fila! - “Riservate Autorità”.
Arcinota vocazione alla sudditanza saldamente radicata nella nostra storia e fattasi sciaguratamente identità e carattere di noi italiani; incontenibile pulsione allo scappellamento che nulla c’entra col nobile senso della cosa pubblica, delle istituzioni, dello stato: virtù della quale siamo peraltro drammaticamente privi. Nient’altro che cultura del privilegio, fascino sottile del potere, mistico richiamo della genuflessione. Quando poi si tratti di eventi organizzati dallo stesso Comune e/o da enti ad esso collegati, la riserva di poltrone non è solo esibizione dell’ Io-so’-io… alla Marchese del Grillo, ma risaputa occasione di clientelismo miserello e spicciolo.
Occorre un sano slancio di disobbedienza: una corale civilissima sacrosanta occupazione di poltrone “Riservate Autorità” ad ogni evento, ad ogni spettacolo. Determinata, educata , soprattutto irremovibile.
Se posti devono esser riservati e gratuiti, che siano - per chiunque - nelle file ultime, o laterali, o in piccionaia. Non davanti agli altri! Questione di decenza (e il maleducato che tarda disturberà meno). Chi avendo diritto (ma quale?) al posto riservato, poi ne voglia uno migliore di quello che gli spetterebbe, lo acquisterà al botteghino, proprio come fanno gli umani post-neanderthal.
Nessuno intende negare alle “Autorità” la partecipazione ad eventi nei quali mettersi in vetrina, acculturandosi magari, che non guasta. Ma vi partecipino come tutti noialtri, con pari modalità e condizioni.
Potrebbe perfino capitar loro - e a chi li invita, organizza, ecc. - di rinfrescare involontariamente la dimenticata Educazione Civica: quella che nei manuali scolastici si apre col testo della Costituzione e quel suo curioso Articolo 3, “Tutti i cittadini…” e bla bla bla…
Sara Di Giuseppe - 26 luglio 2018
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