[Ferrovia Adriatica: barriere antirumore à la carte?]
I treni fanno rumore, bella scoperta. Ma se i treni dobbiamo tenerceli, non resta che intervenire sul frastuono che provocano. Tema vecchissimo e ciclico, che ri-appassiona le genti della ferrovia, le fa tornare cittadini-cittadini, non solo dormienti, non solo votanti…
Ariecco così le barriere antirumore, da sempre spacciate come unica soluzione: sorta di invalicabile (doppio) muro di Berlino o - la scelta è ampia - muro messican-trumpiano, muro Marocco-Sahara Occ. , o tanti altri.
Altezza tot metri, qualche finestra fissa da cui nessuno mai s’affaccerà, e meno male senza filo spinato. Oscene come quelle dell’autostrada qua vicino, muraglia industriale plastico-metallica-continua che incarcera boschi case e animali senza attenuare un bel niente, chiedere per credere: anzi, per sapere quando è sorto o tramontato il sole, devono andare su Meteo.it.
Un affare gigantesco e indisturbato questo delle barriere, tanto che, saturatosi ormai il mercato autostradale, si passa con disinvoltura al ferroviario. Lo dice la Legge, e le Ferrovie sono ligie e ubbidienti, e buone…
Ma c’è chi le barriere le vuole e chi no, tutti con lecite motivazioni: fioriscono contrapposti comitati che si guardano in cagnesco. Parlano, gridano, chiedono, pretendono, si raccomandano, combattono, raccolgono firme, tirano per la giacca i politici amici, fanno conferenze stampa nei bar…
Fermenti tanto scontati quanto inutili, giacchè - piatto ricco mi ci ficco - è sicuro che barriere saranno: brutte, invasive, alte-altissime-costose-costosissime che, a fronte di qualche decibel in meno - quando va bene, e per caso - angosceranno chi ci abita vicino, aggiungendo brutto al brutto, deserto a deserto, tristezza a tristezza.
Certo che dobbiamo combatterli, i rumori.
Ma l’Acustica che li governa non è un’opinione bensì una disciplina complessa e misteriosa, quasi una scienza, le cui regole e applicazioni vanno studiate e sperimentate caso per caso.
E l’Acustica dice che i rumori ferroviari sono tra i più complicati e capricciosi: rimbalzano come una palla da rugby, si riflettono si sommano si trasformano e si amplificano, per effetto del contorno ambientale; talvolta si attenuano senza un perché. Soprattutto viaggiano! Possono fermarli le barriere?...
Potevamo e dovevamo provvedere per tempo ad abbassare questi rumori alla fonte: per esempio adottando materiali cosiddetti “morbidi” per ruote e rotaie; costruendo massicciate misto-pietrose fonoassorbenti; ripensando il profilo dei binari per diminuire le occasioni di attrito/rumore; ringiovanendo un po’ i nostri treni (che a guardarli e a sentirne il feroce lamento di ferraglia morente ti pare di tornare all’800)…
L’avessimo fatto, non ci troveremmo adesso nell’urgenza di acquistare dal fornitore di (s)fiducia milioni di salvifiche (mavalà!) barriere-per-tutte-le-stagioni, alte-basse-vetrate-colorate, da mettere magari dove e come vuole il “popolo dei comitati”: on demand, à la carte …
Le barriere. L’Acustica, tra l’altro, ci dice che:
- più alte di 4 metri non servono, specie se distanti dal binario oltre 3 metri: questione di traiettorie dei raggi sonori;
- per assorbire le onde e non farle rimbalzare non dovrebbero mai essere metalliche ma preferibilmente di legno (tavole non dure, incrociate), e spesse e imbottite e porose e mimetiche… , non come quelle esili delle Ferrovie;
- la loro sezione dovrebbe essere curva, per “trattenere” i rumori in basso, che se scappano in alto non li prendi più.
- …
Ma le variabili sono tante, la barriera standard non esiste, la barriera è come un “vestito da cucire su misura”. Certi matti che studiano, poi, pensano che invece di rizzare dappertutto barriere dalla dubbia utilità, forse basterebbero delle “minigonne tecniche” applicate direttamente alla base dei vagoni fino a sfiorare i binari, per far “correre” anche i rumori, ma “chiusi” sotto il treno. Altri ancora più matti immaginano una gigantesca simil-spugna (tutta da inventare) tra il pavimento dei vagoni e i binari, che con i rumori si comporterebbe come una spugna con l’acqua… ma non servirebbe strizzarla in stazione…
Insomma, cari comitati del sì e del no alle barriere, studiate meglio la faccenda: poi contrastateli con validi argomenti, i politici e le Ferrovie. A quelli inutile dirgli di studiare: gli basta l’ignoranza, per decidere per il peggio.
PGC - 12 febbraio 2019