[ Anche Grottammare ha il suo Reichstag impacchettato, ma non da Christo ]
È stato inutile sperare di metterci poco tempo, o il tempo giusto, per rifare il tetto alla Scuola Elementare “Speranza” (nomen omen).
Vederla a Natale ancora tutta impacchettata per lavori in corso fa un certo effetto.
Ma non è un pacco-regalo, è proprio un pacco-pacco. Il nuovo tetto di legno non è stato ancora montato, i lavori continuano a rilento - quando non sono addirittura fermi - e gli alunni continuano a fare i profughi di qua e di là, i genitori quasi se li perdono. [Ma non fiatano].
In compenso il Comune spande ai 4 venti saccenti veline e tutto-è-a-posto, tutto-è-in-ordine, tutto-è-sotto-controllo, e ridicolizza e bastona chi osa appena contraddirlo. Un Comune virtuoso così fa. Voi non capite, voi non sapete, voi non studiate, voi non lavorate, voi non vi documentate, voi come vi permettete. Giù sberle. Occristo!
Era davvero meglio affidarsi a Christo. A parte il tetto di legno - si sarebbe sapientemente occupato anche di quello - l’avrebbe certo impacchettata meglio la nostra scuola, con tessuto argentato come il Reichstag di Berlino, cui l’impacchettata “Speranza” [tedesco Hoffnung] somiglia in modo impressionante. Un figurone per Natale, altro che presepe vivente.
E come in tutte le sue opere dadaiste, Christo Yavachev avrebbe rispettato al minuto i tempi di consegna.
Christo non fallisce.
PGC - 22 dicembre 2018
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