Grottammare, San Martino, gli animali
Gli anni passano, a Grottammare cambiano - si fa per dire - le amministrazioni, ma le teste (di legno) rimangono le stesse, uguale la “cultura” che ne guida le scelte.
Così quel Regolamento Comunale per la tutela e il benessere degli animali con cui anni fa Grottammare recepiva tardivamente - dopo aver a lungo disatteso l'obbligo - la L.R.Marche n.10/97, conserva invariato il carattere di ciò che nasce per forza e non per convinto moto di civiltà.
Lacunoso e molto al di sotto della sufficienza, esso non contempla il pur richiesto divieto (in molti Comuni italiani già da tempo in vigore ) di esporre e vendere animali d’affezione – nonché uccelli, pesci ecc. – nei mercati locali (alcuni dei quali - San Martino, San Paterniano - si protraggono per almeno due giorni, in passato anche tre). E neppure prevede uno straccio di limite orario all’esposizione/vendita di animali negli stand, minimo sindacale di rispetto per la dignità e i caratteri etologici delle inermi creature.
[A dispetto di ciò, e con sprezzo della decenza, il Comune continua a definirisi “animal friendly”].
Dunque la barbarie continua. Nell’anno domini 2018, per l’imminente Fiera di San Martino saranno cinque gli stand che esporranno/venderanno animali vivi. E non per un giorno né per qualche ora, ma per due giorni (10 e 11 novembre), dalla mattina fino alla sera, in condizioni di notevole stress. Basterebbe questo al configurarsi del reato di maltrattamento di animali per la L.109/2004.
I normali controlli di routine - il trucco con cui da sempre gli amministratori credono di giustificare questa scelta di inciviltà - nulla toglieranno (quest’anno come gli altri) al martirio di animali esposti in gabbie per più giorni, sottoposti al forte stress della confusione, del viaggio, delle condizioni climatiche; flagellati dai rumori, frastornati dalla folla vociante, sofferenti per l’impossibilità di sgambare, provati dalle lunghissime ore di stabulazione, dalle condizioni del trasporto, dall’alterato ritmo di sonno/veglia.
Sotto la bandiera di “tradizione” e “cultura” asservite a logiche bottegaie, i decisori resistono tenacemente alle trasformazioni dell'etica, della sensibilità comune, alle stesse certezze scientifiche: a tutto ciò che, indicando gli animali come esseri senzienti dotati di vita emotiva e psichica, ne condanna lo sfruttamento a fini di lucro, divertimento, spettacolo, e la violenza su di essi esercitata in qualsiasi forma. Assorta nell’estatica contemplazione di sé, quest’amministrazione – come le precedenti – resta impermeabile al principio che gli animali non sono merce da trascinare per fiere e mercati a beneficio di portafogli privati e casse pubbliche.
Ma, come da copione, “È tutto in regola!” griderà dalle stanze dei bottoni, incurante del messaggio diseducativo e antietico di cui si fa portatrice. “È tutto in regola!” le farà eco la stampa-da-riporto spargendo turibolate d’incenso su questi eredi dell’Età dei Lumi, e come ogni anno intonerà alto il peana per la grandiosa fiera che mobilita folle oceaniche e che tutto il mondo, va da sé, ci invidia.
“Gli animali hanno propri diritti e dignità come te stesso. È un ammonimento che suona quasi sovversivo. Facciamoci allora sovversivi: contro ignoranza, indifferenza, crudeltà.” (Marguerite Yourcenar)
Sara Di Giuseppe - 28 ottobre 2018
Nessun commento:
Posta un commento