Lunedì
pomeriggio, 6 agosto, entro nel 'locale' che da Cattolica mi riporta a SBen.
Cercando
un posto libero, vedo per prima una ragazza che si è disposta con le gambe su
due sedili. Subito alle sue spalle trovo due posti liberi. Mi siedo e noto
difronte alla mia destra una donna dai capelli cortissimi e bionda, sulla
sessantina. Occhiali scuri e l'immancabile cellulare in mano. Al suo fianco
c'era un posto libero. Sento che la ragazza di spalle, davanti a me, accennava
a un incidente molto grave a Bologna, con esplosioni sulla strada, le immagini
non ancora disponibili ma si pensa a un disastro. Approfitto della connessione,
quasi mai utilizzata in viaggio, per leggere qualche notizia. Mi accorgo che
poco lontano da me, a Bologna, era successo uno spaventoso incidente sul tratto
autostradale di Borgo Panigale. Mi preoccupo. Avverto una sempre maggiore
angoscia che si cumula con la quasi contemporanea notizia di dodici morti nel
foggiano.
Due
fermate dopo entra alle mie spalle una persona di colore, credo un nord
africano sulla cinquantina, che con passo poco fluido e il cellulare in
vivavoce diffondeva musica araba. Cerca e trova un posto a fianco alla signora
bionda, che subito lo rimprovera: Spegni quel cellulare, non voglio fastidi e
non sederti qui se non chiudi quel telefono. Se no vattene da un'altra parte.
L'africano,
con fatica e credo sorpreso dalla secca e perentoria richiesta, abbassa e poi
silenzia la musica del cellulare, borbottando qualcosa come 'stai zitta'. Dopo
l'iniziale agitazione verbale, la signora si ricompone come può e il
neo-passeggero, ora suo vicino, si adatta al meglio per un assetto da viaggio.
Tra
me e me penso che non sia sufficiente spiegare questa cosa con il solo disturbo
causato dalla musica che accompagnava il passeggero. Era certamente la sua
'appartenenza' che aveva causato 'l'alzata di voce'. Meno male che tutto s'è
ricomposto in poco più di un minuto e che nessuno sia dovuto intervenire, me
compreso.
Una
o due fermate più tardi, l'uomo scende e la signora dai capelli cortissimi,
biondi e occhiali da sole riacquista l'ampiezza di spazio poco prima condiviso.
Tutto scorre normalmente e io colgo l'occasione per riaprire qualche pagina da
leggere. Le piccole soddisfazioni di un passeggero al fresco della carrozza.
Fuori è un caldo quasi insostenibile.
Altra
fermata imminente. Vedo la giovane ragazza 'punk' difronte che si alza.
Presumibilmente scenderà qui… penso. Forse siamo arrivati a Marotta? Ma prima
di prendere il corridoio, la giovane si china a destra, verso il posto della
signora bionda. Non sento distintamente cosa le stia dicendo, ma una cosa è
certa. Ho colto il senso delle sue parole rivolte perfettamente nella direzione
della sessantenne: Signora, se qualcuno si fosse rivolto a lei come lei si è
rivolta al signore di colore, come avrebbe reagito? È sicura che questo suo
modo così aggressivo fosse giusto? Ci pensi!
La
vedo poi muoversi perso l'uscita passandomi davanti e, non appena realizzo il
fatto, mi giro quasi per assicurarmi che sia successo, volendole anche
manifestare con un cenno la mia approvazione, ma è già fuori. Sorrido con in
mente il pensiero che fortunatamente, e a scanso di miei pregiudizi, ci sono
degli anticorpi che ci fanno essere, o sembrare, meno vulnerabili e più forti
di quel che si pensi nei riguardi di questa deriva. Oggi l'Italia rischia sul
serio se il clima di odio e di parole pesanti (o sproloqui sui 'generi umani')
non ritornano nell'alveo della tolleranza e del vivere civile.
Fatta
questa brevissima e stentata considerazione, il viaggio continua, perché Ancona
non è ancora a portata, e dove attenderò il cambio. Ancora pochi chilometri ma
pur sempre da fare.
Guardo
ancora la signora davanti per un attimo. Ha avviato una chiamata, parla in una
lingua che non riconosco. Oddio, ma anche lei non è italiana! Forse dell'Est?
Ironia del rimescolamento delle 'razze' e delle terre-patrie che ci vogliono
uniti nel disprezzo dell'ultimo… arrivato.
Francesco Del Zompo - 12 agosto 2018