sabato 28 luglio 2018

"RISERVATO AUTORITÀ"

      E forse un vezzo anche nazionale, ma certo dalle nostre parti, ex (ma non tanto)-papaline, ex (ma non tanto)-borboniche, è retaggio inestirpabile di passato e patologia endemica: quella del posto RISERVATO AUTORITÀ. A sedere. In prima fila, of course.

      Non si dà concerto, conferenza, spettacolo, evento, incontro, che non abbia le sue brave prime poltrone riservate ai papaveri, quelli che - fregiati e fregiantisi del pomposo titolo di autorità - non pagano il biglietto e dopo essere arrivati tardi - non di poco - perché fa autorevole (di certo fa maleducato) depositano gli autoritari loro lombi sulle poltronissime.  E - ulteriore tocco di vassallaggio - lo spettacolo non comincia finchè non arriva lautorità.

     Clamoroso il più recente dei casi, il concerto di Servillo & C. a San Benedetto del Tronto: in piazza Bice Piacentini, con ben 3 prime file a destra e altrettante a sinistra - 10/12 sedie per fila! - Riservate Autorità.

      Arcinota vocazione alla sudditanza saldamente radicata nella nostra storia e fattasi sciaguratamente identità e carattere di noi italiani; incontenibile pulsione allo scappellamento che nulla centra col nobile senso della cosa pubblica, delle istituzioni, dello stato: virtù della quale siamo peraltro drammaticamente privi. Nientaltro che cultura del privilegio, fascino sottile del potere, mistico richiamo della genuflessione. Quando poi si tratti di eventi organizzati dallo stesso Comune e/o da enti ad esso collegati, la riserva di poltrone non è solo esibizione dell Io-so-io alla Marchese del Grillo, ma risaputa occasione di clientelismo miserello e spicciolo. 

      Occorre un sano slancio di disobbedienza: una corale civilissima sacrosanta occupazione di poltrone Riservate Autorità ad ogni evento, ad ogni spettacolo. Determinata, educata , soprattutto irremovibile.

      Se posti devono esser riservati e gratuiti, che siano - per chiunque - nelle file ultime, o laterali, o in piccionaia. Non davanti agli altri! Questione di decenza (e il maleducato che tarda disturberà meno). Chi avendo diritto (ma quale?) al posto riservato, poi ne voglia uno migliore di quello che gli spetterebbe, lo acquisterà al botteghino, proprio come fanno gli umani post-neanderthal. 

Nessuno intende negare alle Autorità la partecipazione ad eventi nei quali mettersi in vetrina, acculturandosi magari, che non guasta. Ma vi partecipino come tutti noialtri, con pari modalità e condizioni.

      Potrebbe perfino capitar loro - e a chi li invita, organizza, ecc. - di rinfrescare involontariamente la dimenticata Educazione Civica: quella che nei manuali scolastici si apre col testo della Costituzione e quel suo curioso Articolo 3, Tutti i cittadini…” e bla bla bla


Sara Di Giuseppe - 26 luglio 2018 


lunedì 23 luglio 2018

Passero solitario?

[ Mai nessuno è solo al PINO BAR ]


        Ma perché solingo augellin hai lasciato lallegra tua compagnia per rifugiarti al PINO BAR? Perché invece dandar cantando per oleandri palme e pini finchè non more il giorno frequenti il PINO BAR? Manco fossi pensoso e triste, o ferito, in lutto, in bolletta di Recanati

        Buono ed educato sei, neanche ti offendi se non ti lasciano stare dentro.

        Ti piacerebbe dormire sulla mensola dei whisky, accanto alle eleganti teiere Twinings, appoggiato ai quadri di vecchi manifesti Campari e Martini, inebriato dai profumi dei rum Havana Club che giungono mescolati alla brezza del ventilatore a pale

        Devi accontentarti di restare lì fuori, quanto basta per ripararti (dalla giostrina che suona troppo forte; dagli Antichi-e-le-Palme che ormai non se ne può più; dalla pestilenziale baraccopoli-Street Food che affumica le stelle; dai reboanti matrimoni alla vicina Palazzina Azzurra sempre più orfana darte; dagli assatanati speakers di gare pseudo-sportive che qui cominciano e finiscono) e tu canti, canti Ciii Ciii

        Vai becchettando avanzi minimi di patatine fritte e di gelati (adori il pistacchio), bevi gocce dacqua minerale Tullia anche gasata, fai Ciii Ciii la mattina quando Maria alza la serranda, Ciii Ciii la sera quando labbassa (buongiorno e buonanotte). 

Passero Solitario si fa per dire.

E con te, meno solinghi anche noi.


PGC - 22 luglio 2018

venerdì 20 luglio 2018

Il fiore volante di Gabriella

        Nel suo negozio di fiori di Ripa pensavo mancasse solo il “Tulipano Nero”.
        Invece da circa un mese il “Tulipano Nero” non solo c’è, ma vola!

        C’era una volta…  - mica tanto tempo fa, faccio per dire - su un tetto di Ripa un nido di corvi. Tutti neri, ovvio, una famigliola normale, tranquilla. Ma capita l’incidente: in un troppo precoce volo d’addestramento un piccolo cade da circa 10 metri giù in strada davanti al negozio di fiori di Gabriella. Si ferisce un’aluccia, non può quindi risalire dai genitori che lo chiamano disperati. Riesce appena ad evitare le macchine (che forse lo scambiano per un piccolo piccione) e a ripararsi dietro ad una provvidenziale fioriera di nessuno. Gli umani lo guardano, chi con sospetto quasi con paura, chi gli parla, chi lo tocca, chi “tanto more…”.
Invece Gabriella lo raccoglie, lo porta in negozio, gli dà da bere e da mangiare. Mentre continua a sfamarlo, gli cura l’aluccia. Lui gradisce e ringrazia a modo suo, infilandosi tra i capelli… E’ amore a prima vista, reciproco si capisce.
Oggi “Nerone” è guarito, è cresciuto il triplo, vola felice su ogni fiore come una farfalla e su e giù per il Corso (Gabriella coach). E’ anche diventato bello come un fiore. Fatti i suoi conti, alla fine ha “adottato” Gabriella. E senza sentire il commercialista, è pure diventato socio del negozio, che è la sua casa-di-giorno. La notte, a casa di Gabriella.
        Proprio un avventuroso splendente “Tulipano nero”.
    
        Fossimo nella Persia antica, sarebbe il simbolo dell’amore perfetto; o un’allegoria politica contro la tirannia, l’indolenza, il malaffare, se fossimo in Olanda.     

        Fossimo nella Francia rivoluzionaria – toh, siamo a luglio – si butterebbe ad attaccare la Bastiglia… 
Ma siamo a Ripa. Beh, fortuna questo “Tulipano nero”.  Tutto il resto è noia.

 

PGC - 19 luglio 2018



venerdì 13 luglio 2018

“TORNO SUBITO” (Forse)

[v. puntate precedenti alla voce PINO BAR]


Aggiornamento sui merli del Pino Bar: nido vuoto, i due piccoli hanno preso il volo, di mamma-merla non si sa, babbo-merlo - come prima - a spasso nei paraggi.

Ma ogni tanto, su un tavolino rotondo accatastato di lato, si posa un giovane merlo (forse uno dei quattro) per avvisare “TORNO SUBITO”. Poi, cantando, riprende il volo.


E’ un merlo del PINO BAR
e canterà finchè lo vuoi sentire

Nella punta del beccuccio poco jazz…
ma non ti deluderà, non ti disturberà

Non cercare di vederlo piangere
perché piangere non sa…

E’ un merlo del PINO BAR *


 
*chiedo perdono a Francesco de Gregori per aver saccheggiato la sua “Piano bar” 

PGC- 13 luglio 2018




foto merlo di Daniela Volpiani

domenica 8 luglio 2018

Bassi lavori in via Ugo Bassi

Gemmazione continua di bassi lavori in via Ugo Bassi a San Benedetto. I residenti - chi ci abita, chi ci lavora - non hanno più pace, ma evidentemente la guerra infinita dei cantieri dopo un po gli piace. Altrimenti avrebbero come minimo forato le gomme lisce dei motocarri, sabotato le betoniere, nascosto carriole, rubato pale seghe e martelli (queste, le sofisticate attrezzature). 

       Nemmeno 200 metri di strada dritta e piana. Solo che sottoterra, oltre ai sottoservizi, alle condutture luce-telefono-acqua-gas ramificate a casaccio, alle malefiche radici di alberi molesti, potresti scoprire di tutto: reperti archeologici dellEtà della Pesca, tesori di pirati, relitti di navi di papi naufraghi in fuga da Grottammare, bombe inesplose delle due guerre mondiali, teschi sorridenti del neolitico, cadaveri di nostrane ammazzatine alla Camilleri 

       Per questo lintelligenza amministrativa procede per stralci: se cè da sistemare le tubature del gas, guai metter contemporaneamente mano a quelle dellacqua del telefono o della luce, che pure ne hanno bisogno. Si fa alla buona solo il lavoro sul gas, poi si rattoppa coi calcinacci e si ricopre con una pezza dasfalto-pronto pigiata coi piedi. 

       Cè da eliminare gli antichi alberi? ZAC ZAC, si fanno dei bei crateri e li si ricoprono con gli avanzi. Dopo un mese a qualcuno vien luzzolo di ripiantarci rachitici alberelli già morenti? Si scava nello stesso punto una nuova fossa, non prima di aver installato lennesimo avventuroso cantiere. 

       Cè da rifare le fogne e gli scarichi delle acque chiare? Allora arriveranno quei vetusti caterpillar giapponesi che scapovolteranno ogni cosa, spaccando per sbadataggine anche i tubi e le condutture delle altre utenze appena rifatte. 

      E così via che neanche a Topolinia, più arruffoni e scombiccherati della Banda Bassotti, e sempre con la tecnica del rattoppo.

       Lavori studiatamente sbagliati, che moltiplicano calcinacci, rifiuti, polveri, rumori, traffico e incidenti. Come se da quelle parti non bastassero gli impicci quotidiani. La ex signorile via Ugo Bassi, perso il suo statuto di  viale, ha da tempo acquisito lo stratificato squallore del resto della città, ma questi ulteriori disordinati lavori fatti alla come viene la sprofonderanno ancora più in basso.

       E che pena quegli operai costretti a lavorar male, a respirare veleni, ad abbronzarsi forzatamente come etiopi, spesso senza lombra di protezioni adeguate e di sicurezza. Al soldo delle solite ditte che, vinta la gara (così si dice, che amenità) AL RIBASSO del 30 40% o più, hanno magari sub-sub-subappaltato a disgraziate altre ditte fantasma, che faticheranno in perdita, peggio che in svendita fallimentare.

       Soldi gettati al vento per lavori tardivi, scadenti, sbagliati. Senza testa. Senza controlli. [E solo la mia opinione-non-autorevole, si capisce]  Eppure pare che a tutti vada bene così, al massimo qualcuno brontola e impreca al bar, sempre sotto traccia, e sempre pronto a sorridere e scappellarsi se passa il sindaco o lassessore, hai visto mai

       Li chiamo bassi lavori. Non solo in via Ugo Bassi

    
PGC - 7 luglio 2018